Lunedì 16 settembre 2024 sarà una data memorabile per la sanità pugliese: tutti i medici della regione incroceranno le braccia in segno di protesta contro l’escalation di violenza che ha raggiunto un punto di non ritorno con l’aggressione avvenuta pochi giorni fa al Policlinico Riuniti di Foggia. Questo episodio, che ha scioccato l’intera comunità, ha spinto i professionisti della sanità a una mobilitazione senza precedenti. La manifestazione avrà luogo davanti al Policlinico, seguita da uno sciopero che coinvolgerà l’intero comparto medico della Puglia, in segno di solidarietà e per dire basta alle continue aggressioni.
L’aggressione avvenuta a Foggia non è purtroppo un caso isolato, ma rappresenta l’apice di una serie di violenze che hanno colpito i medici e il personale sanitario in Puglia. Dall’inizio dell’anno, episodi simili si sono verificati in diverse città della regione, tra cui Maruggio, Taranto, ed Erchie. La rabbia e il senso di impotenza che permeano l’ambiente medico sono palpabili, alimentati da un sistema che non è stato in grado di arginare un fenomeno ormai fuori controllo. I segretari regionali di Anaao Assomed e Cimo-Fesmed hanno sottolineato come vertici, incontri e decisioni finora presi si siano rivelati insufficienti a contrastare questa piaga.
L’episodio che ha scatenato la protesta si è verificato nel cuore del Policlinico Riuniti di Foggia, quando un gruppo di circa cinquanta persone ha fatto irruzione all’interno dell’ospedale, aggredendo medici e infermieri in seguito alla morte di Natasha Pugliese, una giovane di 22 anni di Cerignola, deceduta durante un intervento chirurgico. La furia dei parenti e degli amici della ragazza ha creato una situazione di caos totale, con il personale costretto a barricarsi per sfuggire alla violenza. Il pavimento macchiato di sangue e le urla di terrore hanno lasciato un segno indelebile in tutti coloro che hanno assistito alla scena. Le immagini dell’aggressione, riprese in un video poi diventato virale, hanno fatto il giro del web, scatenando l’indignazione della comunità sanitaria e non solo.
In risposta a questo episodio, la comunità medica ha deciso di dire basta. La Federazione dei Medici di Medicina Generale (Fimmg), insieme ad Anaao Assomed e Cimo-Fesmed, ha proclamato lo stato di agitazione, con uno sciopero che coinvolgerà tutti i medici della Puglia. La manifestazione si terrà alle 11:30 davanti al Policlinico Riuniti di Foggia, e vedrà la partecipazione dei segretari nazionali di Anaao Assomed e Cimo-Fesmed, che sono giunti in Puglia per esprimere la loro solidarietà e sostenere la protesta.
I leader sindacali sono stati chiari: la situazione è insostenibile. “Non possiamo più tollerare che i medici e il personale sanitario debbano lavorare in un clima di paura e insicurezza”, hanno dichiarato Angelo Mita e Arturo Oliva, segretari regionali di Anaao Assomed e Cimo-Fesmed. “Questa è solo la punta dell’iceberg di un problema molto più profondo, che riguarda la mancanza di sicurezza nelle strutture sanitarie e la crescente tensione sociale che si riversa su chi ogni giorno è in prima linea per garantire la salute dei cittadini”.
L’aggressione al Policlinico di Foggia è solo uno dei tanti episodi di violenza che si sono verificati negli ultimi mesi. A livello nazionale, i dati parlano di un aumento esponenziale degli attacchi fisici e verbali contro i medici e il personale sanitario. Nel solo mese di agosto, sono stati registrati ben 34 episodi di violenza contro operatori sanitari, un numero che non ha precedenti nella storia recente. Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up, ha espresso preoccupazione per questa deriva, sottolineando come la violenza sia diventata ormai un elemento quotidiano nel lavoro dei sanitari.
La protesta dei medici pugliesi ha un significato che va oltre i confini regionali. Essa rappresenta un grido di allarme che risuona in tutto il paese, un richiamo urgente alla necessità di interventi concreti per garantire la sicurezza di chi lavora in sanità. I medici hanno deciso di interrompere le attività per un’ora in segno di protesta, un gesto simbolico che serve a far comprendere cosa potrebbe accadere se il personale sanitario dovesse stancarsi definitivamente di subire violenze. “Questa è una battaglia per la dignità e la sicurezza del lavoro”, ha dichiarato Salvatore Onorati, segretario provinciale della Fimmg. “Non possiamo permettere che la violenza distrugga ciò che rimane del nostro sistema sanitario”.
Lo sciopero e la manifestazione di lunedì 16 settembre sono solo l’inizio di una mobilitazione che potrebbe estendersi anche ad altre regioni, qualora non si dovessero vedere segnali di cambiamento da parte delle istituzioni. I medici pugliesi chiedono interventi concreti e immediati per garantire la sicurezza negli ospedali e nei luoghi di lavoro. La comunità medica è unita nel chiedere che la violenza non abbia più spazio nella sanità e che venga ristabilita la serenità necessaria per poter svolgere il proprio lavoro al servizio della collettività.