Le recenti dichiarazioni di Giuseppe Cruciani su Foggia sono un insulto non solo per la città, ma per chiunque conosca la complessità, la storia e il valore di questo territorio. Durante una puntata della trasmissione La Zanzara, Cruciani ha affermato che Foggia sarebbe “una delle città più orrende d’Italia”, un luogo dove la criminalità spadroneggia, e dove “non c’è un cazzo da vedere”, relegando la città a un semplice punto di passaggio per chi visita il Gargano. Queste parole, oltre a essere offensive e riduttive, dimostrano una superficialità e una mancanza di rispetto che non possono passare inosservate.
Una narrazione sbagliata e pericolosa
Cruciani ha cercato di giustificare le sue affermazioni citando le statistiche sulla criminalità. È vero, Foggia ha dovuto affrontare gravi problemi legati alla criminalità organizzata, come molte altre città italiane. Ma ridurre una comunità intera a un elenco di numeri è una semplificazione intollerabile. La criminalità, pur essendo un problema reale, non può definire un’intera città né oscurare gli sforzi continui di chi, giorno dopo giorno, lavora per migliorare il territorio.
Le sue parole distorcono una realtà molto più complessa. Foggia non è solo la città delle statistiche sulla criminalità: è una città che lotta, che si rialza, che ha una storia millenaria fatta di resilienza. La sua gente non si lascia intimidire, e continuare a etichettarla in questo modo è un affronto a tutti coloro che amano la loro città e contribuiscono alla sua crescita.
“Non c’è nulla da vedere”: un’ignoranza disarmante
La frase “non c’è un cazzo da vedere” è l’apice dell’ignoranza espressa da Cruciani. Foggia è un luogo ricco di cultura, tradizioni e bellezze, anche se spesso poco conosciute dal grande pubblico. La Cattedrale di Foggia, costruita nel XII secolo, è uno degli esempi di architettura romanica più importanti del Sud Italia. I palazzi storici, le piazze, i musei e i numerosi luoghi di culto raccontano una storia fatta di influssi normanni, svevi e angioini, che meritano di essere apprezzati.
Foggia è anche un punto di riferimento per l’agricoltura e la gastronomia, e il suo legame con il Tavoliere delle Puglie ha creato una delle cucine più ricche e genuine del Paese. È la porta d’accesso al Parco Nazionale del Gargano e al Subappennino Dauno, zone naturali che attraggono ogni anno migliaia di visitatori, desiderosi di scoprire il volto meno conosciuto della Puglia.
Il turismo non è solo una questione di grandi capitali
Cruciani pone l’accento su un presunto scarso interesse turistico per Foggia, ma qui emerge una riflessione più ampia. L’Italia non è fatta solo di Roma, Firenze, Milano o delle regioni più famose come la Toscana e la Puglia costiera. Ci sono città e territori, come Foggia, che meritano di essere valorizzati per le loro specificità, al di là delle rotte turistiche più battute. Ignorare ciò significa non cogliere la vera essenza di un Paese complesso e variegato come l’Italia.
Le città come Foggia soffrono spesso di una mancata valorizzazione, e invece di criticarle con superficialità, sarebbe più utile promuoverne il potenziale, investire nel loro sviluppo e nel turismo culturale, religioso e ambientale. Dire che nessuno va a Foggia per turismo non significa che non abbia nulla da offrire, ma che c’è ancora molto da fare per far conoscere e apprezzare le sue bellezze a livello nazionale e internazionale.
Non è “colpa dei foggiani”, ma merito loro
Infine, Cruciani cerca di mitigare il suo discorso affermando che non è colpa dei foggiani. Questa postilla, però, suona come un’aggiunta ipocrita. Se davvero si vuole rispettare una comunità, non la si denigra in questo modo. I foggiani non sono vittime passive, ma protagonisti di una città che lotta per migliorarsi. Sono persone che lavorano duramente, che nonostante le difficoltà, continuano a credere nel valore della loro terra. Liquidare tutto con una frase sprezzante come quella di Cruciani è un atto di profonda ingiustizia.
Le parole di Giuseppe Cruciani su Foggia non sono solo un attacco alla città, ma una manifestazione di superficialità e arroganza. Foggia è una città che merita di essere conosciuta e rispettata per la sua storia, il suo patrimonio e la sua gente. Certo, ha le sue sfide, ma ridurla a un luogo “orrendo” e privo di attrattive è un’ingiustizia che non può passare sotto silenzio. La vera forza di una città non sta solo nelle sue statistiche o nel numero di turisti, ma nella resilienza e nell’orgoglio della sua comunità. E Foggia, da questo punto di vista, non ha nulla da invidiare a nessuno.