La situazione del Policlinico di Foggia si fa sempre più critica. Dopo una serie di episodi di violenza che hanno già scosso l’ospedale nelle ultime settimane, un nuovo e grave episodio si è verificato nuovamente nel pronto soccorso. Un familiare di un paziente, esasperato dall’attesa per una visita, ha scatenato una violenta aggressione contro due infermieri e una guardia giurata intervenuta per calmare la situazione.
L’incidente, che si è consumato nel pomeriggio, ha avuto conseguenze gravi. Il vigilante, che cercava di difendere il personale sanitario, è stato colpito con il braccio ingessato dell’aggressore, ricevendo un colpo alla testa che gli ha causato un trauma cranico. L’entità delle lesioni subite dai due infermieri non è stata ancora completamente chiarita, ma si sa che entrambi sono stati strattonati e insultati durante l’accaduto.
L’aggressore, subito identificato e fermato dalla polizia intervenuta prontamente sul posto, è solo l’ultimo di una serie di individui che hanno seminato il panico all’interno dell’ospedale. L’episodio, infatti, segue altre due aggressioni avvenute negli stessi locali del Policlinico: una nel reparto di Chirurgia Toracica e l’altra sempre nel pronto soccorso, in cui due infermieri sono stati presi di mira.
Questo nuovo atto di violenza evidenzia un problema che va ben oltre la singola aggressione: il pronto soccorso, luogo deputato a salvare vite e fornire cure urgenti, si sta trasformando in un campo di battaglia, dove medici, infermieri e personale di sicurezza si trovano a dover fronteggiare non solo l’emergenza sanitaria ma anche la crescente aggressività di chi dovrebbe affidarsi a loro per essere aiutato.
L’escalation di violenza nel Policlinico di Foggia solleva serie preoccupazioni sul livello di sicurezza all’interno degli ospedali e mette in evidenza la necessità di interventi urgenti per garantire la protezione del personale sanitario e dei pazienti. La comunità ospedaliera, già messa a dura prova dalla pressione costante di un flusso ininterrotto di emergenze, si trova ora a chiedere con forza misure concrete per prevenire ulteriori aggressioni e garantire un ambiente di lavoro sicuro.
Le autorità locali, insieme ai vertici dell’ospedale, stanno valutando nuove strategie per affrontare la situazione, che potrebbe includere un aumento delle misure di sicurezza, una presenza più consistente delle forze dell’ordine e una revisione delle procedure di accesso e gestione dei flussi di pazienti e familiari. Tuttavia, l’urgenza di una risposta rapida e efficace è palpabile, perché ogni giorno che passa senza interventi risolutivi espone medici e infermieri a nuovi rischi.
La comunità medica è unanime nel condannare tali atti di violenza e chiede a gran voce una maggiore attenzione da parte delle istituzioni per proteggere chi, ogni giorno, dedica la propria vita a curare e salvare quella degli altri.